Flora, fauna e leggende
Isola «Verde», e poi? L’aggettivo è denso di complessità vitale. Scriveva tempo fa Giuseppe Sollino, botanico e naturalista, che «la romantica sagoma del Monte Epomeo e delle sue pendici ha ispirato poeti e artisti: c’è chi l’ha paragonata ad una figura femminile, chi a un mitico essere emergente dal fondo del mare.
Da lontano ci dà l’idea di uno scoglio impervio e selvaggio, ma i particolari vengono man mano rivelati dal diradarsi dell’atmosfera intorno all’isola, che ci appare verdissima tra l’azzurro marino e il rosso del cielo in un’alba radiosa. Eppure la storia geologica di Ischia e la sua tormentata fisionomia ricordano eventi violentissimi che ne hanno determinato un profilo molto vario: in pochi chilometri, dal livello del mare si passa ai quasi 800 metri dell’Epomeo.
Forse Tifeo, il gigante che secondo la leggenda si trova sotto l’isola scagliato giù dall’Olimpo, è ormai stanco di dimenarsi e sta dormendo un sonno lunghissimo, cullato dalla dolce energia che si sprigiona dalle rocce vulcaniche e dal calore delle acque termali. Starà sognando il matrimonio tra Mare e Cielo caratterizzato dall’amore colorato dalle tinte della primavera, quelle dei fiori che punteggiano la verdissima macchia mediterranea».
Uno scenario proteiforme di vita, profumi, colori, essenze e presenze volatili. La ginestra, il mirto, le eriche, il lentisco e l’alloro, le querce, i frassini e i biancospini, sono pronti a ricevere la visita degli “ospiti” in arrivo dall’alto: l’airone cinerino, le cicogne, i rapaci; poi, le rondini, le quaglie, i pettirossi, gli uccelli migratori che rientrano in Europa dopo aver trascorso l’inverno nel clima caldo dell’Africa.
Il sottobosco è punteggiato da orchidee, violette e anemoni, «perfetti nelle loro forme solari… La lavanda, il rosmarino, le nepete, l’origano e la salvia profumano la campagna con aromi inconfondibili, qualificando la valenza ecologica così esclusiva di Ischia». Profumi tra i quali s’incunea, scavando ricoveri, il coniglio…
Le rocce vulcaniche, in un contesto di pini secolari, tra muschi e licheni, nascondono elegantissime felci, alcune molto rare o uniche, come la Woodwardia radicans, la Pteris longifolia. C’è insomma una qualità di essenze di altissimo interesse come il tipico papiro delle fumarole, il Cyperus che attecchisce in un habitat studiato dagli scienziati di tutto il mondo. Insieme sono la certificazione di una Grande Bellezza e Ricchezza, tutta da scoprire e salvaguardare.