Sapori ischitani
Dalla terra, dai boschi ricchi di funghi e castagne, dagli orti lussureggianti si ricavano veri e propri tesori del gusto, sapori e profumi che conservano peculiarità importanti, tipiche di un ambiente incontaminato e di una tradizione che dura da decine di secoli.
Infatti sull’isola si allevano capre che regalano deliziosi formaggetti, come accade sulle colline di Fiaiano, e pecore, sulla cima del monte Epomeo, la vetta dell’isola; e migliaia di maiali, come tremila anni fa, dai quali si ricavano deliziosi prodotti di norcineria e carne genuina. Poi, buoi e cinghiali. E si coltiva ancora il grano, della specie «carusella», macinato con la pietra dai contadini delle antichissime contrade di Noia e Kalimera, di origine greca.
Dovunque è possibile ammirare vigneti e giardini che lasciano spazio ai campi coltivati, ad esempio nella zona cosiddetta di Campagnano dove si seminano i fagioli «zampognari», maculati dal colore porporino; e i fagioli «fascisti», minuscoli, bianchi ed a pois neri, prodotti di nicchia che evocano nomi e rituali perduti.
Allargando la visuale, da ovest a est, in ogni caso, l’orticoltura sta ritrovando spazi e passioni, in un trionfante paesaggio di prodotti che hanno il gusto inconfondibile della genuinità. Di fatto, la prevalente cultura rustica è rafforzata dalle coltivazioni di tutte le specie di vegetali: fagiolini di diverse tipologie (rari, quelli «a spaghetto»), broccoli, melanzane, zucchine, patate, carciofi, peperoni.
Non mancano lenticchie, piselli, cicerchie. Il suolo vulcanico favorisce la crescita dei pomodori, che sono abitualmente raccolti in grappoli e intrecciati uno sull’altro per formare i caratteristici «pendoli», poi conservati in luoghi areati e asciutti per l’inverno.
Trionfale, appare poi la frutta coltivata nei giardini: arance, limoni, mandarini, mandaranci, mele, pere, prugne, fichi, pesche, albicocche; e poi olive, dalle quali si ricava anche un ottimo olio. Diffusa anche la produzione di miele.